Sin dai primi tempi A.A. ha promesso l’anonimato personale a tutti coloro che partecipano alle sue riunioni.
Poiché gli stessi fondatori e i primi membri di A.A. erano alcolisti sulla via del recupero, sapevano per esperienza quanto gli alcolisti si vergognino del loro bere e quanto temano di essere riconosciuti come tali dall’opinione pubblica.
A quell’epoca il marchio d’infamia dell’alcolismo era molto grave e quei primi membri di AA. ritennero essenziale assicurare una stretta riservatezza, se volevano ottenere dei risultati positivi nell’attrarre e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà.
In tutti questi anni l’anonimato si è dimostrato uno dei doni più grandi che A.A. offre all’alcolista sofferente.
Senza di esso molti non troverebbero mai il coraggio di andare alla loro prima riunione.
Anche se il marchio d’infamia si è in un certo senso attenuato, gran parte dei nuovi venuti trovano ancora molto penoso ammettere il loro alcolismo e ciò è possibile soltanto in un ambiente protettivo.
L’anonimato è essenziale per trasmettere un’atmosfera di fiducia e di apertura mentale.
Anche se i nuovi venuti danno grande importanza alla riservatezza, molti di essi tuttavia non resistono al desiderio di rendere partecipi i loro familiari della loro affiliazione ad A.A.
Questa rivelazione comunque è sempre una scelta personale: A.A. nel suo insieme cerca di assicurare che i singoli membri abbiano tutto il riserbo e la protezione che desiderano, come pure qualsiasi grado di apertura in merito alla loro appartenenza all’Associazione, purché non si dimentichi mai che l’anonimato a livello di stampa, radio, televisione e cinema è indispensabile per mantenere la nostra sobrietà e la crescita continua, sia a livello personale che di gruppo.